Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

Seneca fornisce, della vicenda di Polìssena, una versione in cui le motivazioni religiose restano in primo piano, ma accentua anche, rispetto ad Euripide, la critica e la demistificazione delle motivazioni stesse. Nelle argomentazioni di Pirro la decisione di sacrificare Polìssena obbedisce ad una logica di spartizione della preda di guerra, e di rivendicazione dei diritti maturati da Achille (292); il contraddittorio con Agamennone, più in generale, si presenta quale scontro di posizioni politiche, nel corso del quale l'aspetto religioso resta del tutto ignorato. L'intervento di Calcante, che peraltro decreta non solo la morte di Polìssena ma anche quella di Astianatte (366-70), più che un responso, qual era quello dello stesso Calcante nel primo libro dell'Iliade, sembra configurarsi quale arbitrato, volto a dirimere la controversia fra Pirro ed Agamennone. Per quel che riguarda le ragioni della condanna di Astianatte, Seneca accentua ed esaspera la motivazione politica fornita nel dramma euripideo, e presenta la decisione dei Greci quale vero e proprio atto di guerra, della cui natura hanno piena coscienza sia i vincitori, sia i vinti. Già Ettore, nel sogno di Andromaca, esorta a mettere in salvo Astianatte per far sopravvivere Troia (54-56); per Andromaca Astianatte costituisce senz'altro «l'unica speranza per i Troiani» (462), colui che «forse vendicherà suo padre ucciso» (660); per Ulisse, simmetricamente, l'eliminazione di Astianatte costituisce l'ovvia continuazione della guerra, l'azione necessaria per togliere ai vinti ogni chance di rivincita («l'angoscia di una pace mal sicura sarà sempre nei Greci, il timore li farà sempre guardarsi alle spalle senza potere mai deporre le armi, fino a quando, Andromaca, tuo figlio dia coraggio ai Troiani sgominati», 529-33). L'Andromaca senecana, a differenza di quella euripidea, vede in Astianatte soprattutto il figlio di Ettore, che già in tenera età riproduce le sembianze del padre (464-68), e che assomiglia anche nella morte al pa91

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