Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

estenuante contraddittorio (524-813), Ulisse svela l'inganno, e cattura Astianatte. La scena non trova riscontro in Euripide: nelle Troiane è Taltibio a portare ad Andromaca la notizia della condanna del figlio; nell'Ecuba Ulisse comunica ad Ecuba la decisione presa dai Greci a proposito di Polìssena. La motivazione addotta dai Greci per l'uccisione di Astianatte è generica, «non si deve allevare il figlio di un padre così valoroso» (723): Euripide riecheggia qui un verso della Cypria, «stolto colui che lascia in vita i figli dopo aver ucciso il padre» (frg. 25 Allen), di tono proverbiale. Ecuba accusa i Greci di aver ucciso Astianatte per paura, in quanto temevano che il figlio di Ettore potesse far risorgere Troia (1160-61), ma sembra ritenere del tutto infondata, da parte sua, un'ipotesi di questo tipo. Andromaca piange la perdita del figlio, ed inveisce contro i Greci definendoli inventori di barbari supplizi (764-65), ma non sembra vedere nella morte di Astianatte la perdita di una speranza di riscatto per i Troiani. Della condanna di Astianatte, in altri termini, viene fornita nelle Troiane di Euripide una motivazione politica generica, che più che iscriversi in una strategia di guerra, o di completamento della guerra, sembra proporsi quale atto di potenza, o di prepotenza, consentito ai Greci vittoriosi dalle condizioni del.dopoguerra: Taltibio invita Andromaca a non fare resistenza, non avendo alcuna possibilità di opporsi ai Greci (729-34). Alla notizia del sacrificio di Polìssena, nell'Ecuba, la reazione dei vinti è analoga a quella manifestata di fronte alla condanna di Astianatte: Ecuba inveisce contro i potenti che abusano del loro potere (282), e definisce un pretesto la motivazione religiosa addotta per giustificare il sacrificio (258-59). Ma Ulisse, nella replica, si richiama esplicitamente al culto dei morti, per spiegare la decisione di onorare la volontà di Achille (311-24), ed accusa sprezzantemente i Troiani, in quanto barbari, di non saper onorare coloro che sonomorti eroicamente (328-30). 90

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