Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

incubo che Painter riconduce a tutta una sinistra aneddotica di cerimoniali sadici, appunto relativi ai topi, cui Proust avrebbe usato indulgere durante la guerra.3 .. Quel sogno, del resto, fa il paio anche con altro: per ésempio, con l'apparizione dei revenants o zombies che $Ono i «permissionaires», i soldati in temporanea licenza 1al fronte, nel récit Parigi 1916: giungevano un istante fra noi dalle rive della morte, verso le quali stavano per ripartire, incomprensibili per noi, colmandoci di tenerezza, di sgomento, e di un senso di mistero come i morti che noi evochiamo, che ci appaiono per un attimo, che non osiamo interrogare e che, d'altra parte, potrebbero tutt'al più risponderci: 'Non ve ne potete fare un'idea'... Come «après de Montjouvain», nell'episodio famosissi­ . mo della profanazione del ritratto paterno per mano di M.lle de Vinteuil, l'oltraggio non può fare a meno di unirsi, per esistere, alla morte, al fantasma- nel doppio senso. del termine: un residuo che ritorna, inconsumabile. La croix de guerre è significante anche di questo, ma significante che compare, opera nel suo mutismo di reale, senza consentire di sciogliersi in una catena di significanti che mettano in moto un senso. Perfino quel senso che si è tentato grossolanamente di attribuirgli in queste pagine, gli rimane sostanzialmente estraneo. Charlus e l'appello dei morti Poco oltre il termine che ho imposto, per necessità esegetiche, al testo del récit Parigi 1916, vale a dire nelle prime pagine del terzo capitolo del Temps retrouvé, intitolato alla «matinée chez la princesse de Guermantes», Proust fa rintoccare, con suprema sapienza narrativa, 76

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