Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

penso. J luglio. medicazione... a te penso. Altre voci dell'Italiano in guerra sanno ben nominare e mettere a posto i soggetti del loro racconto: li distinguono con precisione e li assegnano alle loro azioni. Non dico la gentildonna Giuseppina Perusini Antonini40 , che è intrinseca a quei soggetti, e li riceve in casa sua («Arrivavano al nostro castello di Rocca Bernarda ... Venne anche il generale Pirozzi comandante la divisione di cavalleria di Udine») o li incontra presso parenti o comuni amici; ma anche la signora veneta che, dal tempo di Caporetto fino a quello di Vittorio Veneto, tiene un suo giornale privato, li nomina tutti, reparti e comandi, distinti per le divise e le fisionomie, e uomini, distinti per i gradi e per qualche tratto del contegno e del carattere (come il tenente Delkin); li nomina nel racconto dell'invasione, man mano arrivano: i bosniaci, gli zingari, gli austriaci, gli ungheresi, i germanici, il presidio, gli ufficiali aviatori, i gendarmi, la cavalleria magiara «composta del fior fiore della nobiltà austroungarica» e i dragoni- e tutto quello che accade ha il suo preciso soggetto, chi comanda e chi esegue-;li nomina quando se ne vanno, se li vede andarsene. Ecco invece la Caporetto del granatiere Giuriati: Per la strada si vedeva carri rovesciati, automobili e camion, tutto il carreggio fermo e i cannoni grossi rovesciati lungo le rive. La strada tutta impedita e noi bisognava camminare per i campi. Le cose rovesciate, quelle ferme sulle strade, la frana- «il carreggio veniva giù di piena strada»-, l'ingorgo insuperabile, il tempo maledetto- «fuori il sole, ma alla notte piova e freddo» -, e nessun soggetto umano, solo quel «noi» senza nesso verbale con l'azione, coniugato nella 53

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