Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

da si sente grande bombardamento e noi eravamo attendati sulle coste del monte»; e sono le artiglierie, le postazioni, le trincee, gli s�rapnel, i segnali, è «il famoso riflettore» dell'Hermada. Quanto a loro, da chissà dove mandano «l'ordine che ci sarà un contrattacco grandissimo per raddrizzare la linea». Allora pronti a provare il fucile e munizioni a bisogno e di tutte le qualità di bombe, e viveri di riserva ... Quanti morti e feriti! Non sono riusciti perché c'erano i reticolati tedeschi ancora intatti. Il bombardamento continua di tutti i calibri, pareva come la tempesta di estate. Io allora non davo neanche un centesimo di mia vita ... Il bombardamento durò tutta la notte, al mattino si calmò, allora eravamo un po' più allegri per aver salva la ghirba. E ora- ci sarà stato un ordine- _«di notte bisogna andare davanti alla linea a giustare i reticolati»: ad un tratto si sente fischiare il razzo a segnale del gas asfissiante. Ora pronti con la maschera sulla faccia e si continua il lavoro. «A Doberdò al mattino ci diedero il rancio», e alla sera l'ordine di partire, «sempre a piedi», per Redipuglia: là si mangia e si riposa un po', si parte alle 12 per Perteole. Tutta quella strada a piedi era cose da morir; più di una volta io desideravo la morte per non tribolare. «Pronti a provare il fucile», «pronti con la maschera sulla faccia», «si mangia», «si riposa», «si parte»: in ogni azione c'è lo scatto- tutti insieme, quelli che si è lì- di un 51

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