Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

circostanza in cui lasci un segno o un indizio che consenta di stabilire chi sono gli uomini, quali i poteri. dentro di pochi giorni fanno la pace. [i veci] per non lasciar la sua casa i si faria anche copar, i poteva anda via e lasciar che i rompi tutto magari! basta salvar la pelle. mi sbalzano finalmente in ultimo lontano lontano e mi fanno fare insieme agli altri l'attore della Bhoemie. Sono in false voci di pace; si pensa con «gran dispiacere» ai «veci» che saranno là, quando loro arriveranno a rompere tutto; sono i soggetti («mi sbalzano», «mi fanno fare» la Bohème, che vuol dire fare la fame) dello scherzo amaro di un napoletano finito dal fronte nel campo di concentramento di Mauthausen. Queste lettere sono intrise di fatalismo e rassegnazione, dice il commento, e pare che «la necessità di piegarsi alla volontà cosmica» sia stata inculcata dalla guerra «al multimilionario come all'ultimo contadino»37 . Ma la pazienza del contadino non è «costanza nel dolore»: è immedesimazione con alcune vite e alcune cose- la moglie, i figli, i genitori, la casa, la campagna, gli attrezzi, la «carretta», gli animali della stalla- che l'«ultimo contadino»- è sempre l'ultimo - si porta dietro dappertutto, nel pensiero, nella ghirba; questa infatti, nel dire che forse si scampa e si «porta a casa», la coniuga spesso al plurale: la scampiamo, ed è la pelle sua e della famiglia, degli animali, della vigna, dei campi. Il dolore non è una prova, non ha senso, né meriti, non chiede «costanza»: è questa pelle, se smetti di penare o sei a casa o sottoterra. Se deve finire come è cominciata, sarà il Padreterno a decidere: perché loro la fanno, questa guerra, ma quanto a deciderla- stando al sentimento comune- sono impo48

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