Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

tutto quello che è rimasto di un'umanità in prigionia. Possiamo inoltrarci di qui, osservare la lingua dove si produce in forme concrete di discorso, applicarci a uno stile plurale, ad alcuni suoi frammenti ed esempi, anche alla variazione o all'incanto isolato di alcune anonime note individuali, toccare il punto in cui questo stile - come assicura Virginia Woolf di ogni vero stile- s'identifica con la verità. II «Con queste due righe gli faccio sapere tutto il bensier della mia vita». Si diceva: scrittura e lingua a brandelli; e anche: brandelli di vita superstiti. Si diceva una cosa nell'altra. Spitzer sembra deluso del fatto che tutte le lettere comincino press'a poco in questo modo; ma è già un gran fatto. In due righe tutta la mia vita (qualunque cosa significhi quel «bensier»). È vero, le parole dei prigionieri e dei loro familiari si aggrappano à. formule «rituali», «fossilizzate»: ma tutte le loro vite, ammassate, rese uguali, stanno aggrappate a elementi della macchina, dell'istituzione totale, dell'imponente dispositivo che le assoggetta, e che rappresenta il pericolo estremo e insieme l'unica possibilità di riparo. Ogni gesto personale, quando si forma- in un impulso, in una necessità- deve aderire a quell'elemento, portare, ·nella stessa lacerazione che produce, il suo peso, il suo sostegno. Anche scrivere fa parte del dispositivo: gli stereotipi a cui le parole si aggrappano sembrano rientrare nei suoi congegni, il segno personale sta proprio in una lacerazione. Carissimi genitori Io co le lagrime alli occhi 44

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