Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

autobiografico di un giornalista di Newsweek. Racconta la vita a Fort Myer dove la Vecchia Guardia, la scorta del presidente degli Stati Uniti, il reggimento che dal 1784 è il reparto ufficiale delle cerimonie militari, presta giornalmente servizio nel Cimitero Nazionale di Arlington. L'azione si svolge nel 1968 quando nel cimitero - prati verdi ben pettinati, alberi ombrosi e cippi bianchi di pietra - venivano sepolti ogni giorno una ventina di caduti nel Vietnam. «Benvenuto nello spettacolo: noi siamo il teatro Kabuki dei militari di carriera, il nostro business è seppellire e gli affari vanno forte» è il sarcastico benvenuto del pluridecorato sergente al soldato di prima classe Jackie Willow che arde dal patriottico desiderio di partire per il fronte. Il sergente gli spiega: «Non c'è un fronte. Non c'è nemmeno una guerra. Non c'è niente da vincere e non c'è modo di vincerla.» In un film dove la Vecchia Guardia è analizzata come una struttura (o una metafora?) familiare, l'affetto tra il veterano e la recluta si configura come un rapporto tra padre e figlio. La loro mansione è di seppellire i morti, ma vorrebbero essere altrove: il giovane a combattere nel Vietnam, l'anziano ad addestrare le reclute a Ford Benning «per insegnargli a non farsi ammazzare in Vietnam». Il primomuore, il secondo continuerà a seppellire. Sembra che sulla stampa nordamericana Giardini di pietra sia stato accolto con indifferenza a destra, con sprezzante severità a sinistra con accuse di girella e di traditore a Coppola. Sordi e miopi gli uni e gli altri. Il film ha difetti di costruzione, eccessi di sentimentalismo, cadute nelle convenzioni, ma, oltre alla puntigliosa ricostruzione ambientale (con l'aiuto ufficiale dell'U.S. Army, s'intende, e la circostanza fa parte dei capi d'accusa), ha un'autenticità elegiaca che ne riscatta le debolezze: attraverso il filtro della memoria, ormai equilibrata se non pacificata, il sentimento dominante di Gardens ofStone è la pietà, l'�mmedicabile dolore per le vite perdute e il loro 192

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