Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

che, suppongo, avrei fatto io al suo posto.» Secondo il già citato Norman Kagan, i primi film antinazisti realizzati negli Stati Uniti furono Hitler's Reign of Terror (1934) e I Was a Captive of Nazy Germany (1936), produzione indipendente a basso costo, con un «cast» di attori anonimi, ma bisogna aspettare Confessions of a Nazy Spy (1939), prodotto dalla Warner, diretto da Anatole Litvak e interpretato da Edward G. Robinson e Paul Lukas, per salutare il primo film antinazista di una «major» hollywoodiana. Raccontava la lotta degli agenti del F.B.I. contro gli spioni tedeschi. Sono parecchi - compresi quelli di Hitchcock: Il prigioniero di Amsterdam (1940), Sabotatori (1942) - i film antinazisti che rientrano nel genere di spionaggio. E non occorre dire che il miglior film antinazista del periodo è ancora di Chaplin: Il grande dittatore (1940). Dopo Pearl Harbour comincia la serie vera e propria, foltissima, interminabile. Si può dire che non un solo regista o sceneggiatore hollywoodiano di qualche nome - fosse americano di nascita o di origine europea - si sottrasse al patriottico dovere. A uno a uno ogni corpo e reparto delle forze armate di terra, mare e cielo ebbe il suo film; ciascuna delle battaglie principali sul fronte africano-europeo o su quello del Pacifico ebbe il suo momento di celluloide. Non mancarono nemmeno i film destinati agli sforzi e ai sacrifici sostenuti dagli alleati sovietici. Il più notevole è, forse, Fuoco a oriente (The North Star, 1943) di Lewis Milestone su sceneggiatura di Lillian Hellman, «radical» notoria. Nato in Ucraina, combattente della prima guerra mondiale in divisa americana, regista di All'Ovest niente di nuovo (1930), il più famoso anche se non il più importante dei film americani pacifisti, Milestone diresse una mezza dozzina di film di guerra, il migliore dei quali per sobrietà antiretorica è Salerno ora X (A Walk in the Sun, 1945). Terminata la guerra, Fuoco a oriente fu ridistribui185

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