Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

che corre ogni cittadino-soldato privo di qualsiasi finalità individuale d'ordine universale, e solo mezzo rispetto allo stato, è il prezzo della sua più autentica assunzione, attraverso la negazione della sua natura e del suo corpo, in una storia dello spirito. La poderosa semantica hegeliana inscrive così il tema della guerra in uno scenario filosofico in cui il rapporto illuministico guerra-ragione si dissolve come vanità del sentimento e dell'intelletto, e la parola torna ad essere parola in cui filosofia e potere tendenzialmente coincidono. Non che i grandi statisti, Richelieu, per esempio, facciano una politica filosofica, ma, piuttosto, una politica che realizza il compito spirituale dello stato, cioè un gesto che, indipendentemente da ogni altra parassitaria interpretazione, ha nella filosofia della storia la sua iscrizione essenziale e il suo significato universale. Lo stato è pensato in Hegel del tutto fuori da qualsiasi modello contrattualista. Lo stato è il costituirsi «nell'esteriorità della volontà umana e della sua libertà» di un popolo come unità linguistica, religiosa e culturale, in una struttura organica. Popolo e stato appartengono a un processo che deve essere pensato nella sua unità. E soprattutto la parola popolo ha perduto il senso illuministico o meglio roussoiano di una polarità che aspira alla sovranità nei confronti della forma politica del potere. Negli stati è lo spirito dei popoli, e la storia è storia di stati, e non v'è storia senza narrazione delle imprese di uno stato: lo stato produce i suoi storici e qualifica il suo tempo. Esso è la libertà resa oggettiva e quindi la storia universale, storia della libertà, si manifesta nella vita individuale degli stati. La guerra appartiene alla storia degli stati, ma gli stati appartengono alla storia della libertà. Il quadro che ho derivato dalla Filosofia della storia rovescia il discorso illuminista e il progetto kantiano. La società civile che nell'600 e nel '700 era stato l'elemento dinamico, e anche contestativo, rispetto all'unità politica 166

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==