Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

linea di pensiero che andrà sino a Clausewitz, dove è il potere politico dello stato il soggetto della guerra, e dove non vi è alcuna autonomia della guerra che è, in linea di principio, e in qualsiasi momento, in un quadro di decisione politica. La guerra è sempre sottoposta alla volontà di una intelligenza che dirige, anche se la politica - dice Clausewitz - «deve adattarsi alla natura del mezzo». Rispetto alla prospettiva di Machiavelli si apre qui lo spazio dell'autonomia strategica dei conduttori della guerra, spazio che nasceva sia dall'ampliarsi delle articolazioni specializzate all'interno dei poteri statali, sia dall'ampliamento dei saperi pertinenti. Sarà la strada che condurrà a formulare il problema strategico della guerra all'interno della sofisticata teoria dei giochi. Ma la continuità che ho privilegiato è data certamente dalla continuità materiale del referente, che costituisce la forma «realistica» di questo pensiero politico: l'esistenza di unità politiche statali pensate come potenze individuali confliggenti tra loro. Questo è il limite e la forza anche operativa di queste riflessioni che sono sempre pensiero e immagine della guerra dal punto di vista dei fini e dei poteri di chi, volontà personale in cui si realizza il potere statuale, decide e conduce la guerra. Il Seicento è il secolo in cui la riflessione sulla guerra si configura, nelle sue vette, entro questo percorso. Occorrerà spiegare, se possibile, i motivi per cui questo elemento è destinato a diventare vero e proprio corpo filosofico. Sarà su questi motivi, più che sul lavoro individualizzato dei vari filosofi, che si fermerà la nostra attenzione. Il Cristianesimo del ritorno evangelico, dopo la stabilizzazione della riforma protestante e i durissimi conflitti che ne sono derivati, perde completamente qualsiasi credibilità come rinnovamento collettivo che abbia caratteri di universalità. Esso rinasce piuttosto come un insegnamento che consente di porre problemi di ortodossia cristiana all'interno di esperienze religiose minoritarie. Non 155

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