Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

zione e la nostra destinazione definitiva, allora nessuna guerra potrà esistere tra di noi, perché l'amore proprio dell'anima diverrà una nuova forma del mondo. Questo radicalismo, come gli storici hanno mostrato, ritornerà in altre esperienze cristiane nel Cinquecento, è l'ideale di pace che esso conduce, valicherà il limite del secolo per raggiungere testi anche molto lontani dalla radice cristiana. In ogni caso si tratta però di esperienze completamente marginali e di episodi secondari. Erasmo rappresentava quella che ho chiamato la voce del silenzio, ma nello stesso secolo di Erasmo vi sono almeno due linee, a lui contemporanee, che situano la riflessione filosofica sulla guerra, incorporando nel proprio pensiero la realistica distribuzione dei poteri. L'una è la concezione di Machiavelli quale la possiamo trovare nell'Arte della guerra, l'altra è la concezione che nel mondo protestante, sia luterano che calvinista, divenne dominante, e che assegnava al potere politico ogni decisione sulla giustezza di una iniziativa bellica. Al centro della riflessione di Machiavelli è il tema sulla posizione che devono avere i corpi armati in uno stato. Le armi devono giocare il loro ruolo e far sentire il proprio linguaggio solo quando le necessità politiche lo richiedono. La guerra è necessaria alla conduzione di uno stato, ma la conduzione e la direzione dell'esercito deve appartenere completamente al potere politico. Storicamente, per Machiavelli, questa linea è semplificata dal modello romano, positivo sino al tempo dei Gracchi, poiché nel periodo imperiale, l'uso della forza militare avviene per scopi che riguardano gli interessi dei singoli potenti, e non sono riconducibili all'interno generale dello stato. Per Machiavelli tutto l'apparato militare la sua composizione e la sua efficienza devono essere coerenti con il potere politico di decisione, non innescare autonome dinamiche che siano distruttive o limitative per il potere dello stato. È difficile non ricorioscere in questa riflessione una 154

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==