Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

omnes, grazie al predominio assoluto di una qualsiasi concezione sulle altre, alla capacità di un sistema di sottomettere gli altri»21 . La metafora medica ritorna in tal senso nella difesa d'ufficio della filosofia dei baconiani idola theatri: il suo congenito pluralismo, in cui, per dirla con Kant, «vale il detto quot capita, tot sensus», non discende da arbitrarietà soggettive o da faziosità di parties honteuses22 , ma dalla complessità del corpo filosofico, lontano come la «figura umana» dalla «regolarità stereometrica del cristallo». Se l'impossibilità di un'egemonia, la rivalità perpetua e inconciliabile dei sistemi garantiva nelle Lettere la libertà della filosofia, sancendone il valore «itinerante», sul modello lessinghiano dell'homo viator23 , la lacerazione insolubile, la pulsazione aritmica dell'asystasia prelude ad una «crisi della ragione» che può sciogliersi solo all'apice del parossismo, secondo un copione che caratterizzerà l'intero impianto dell'ultima filosofia. È la tappa drammatica dell'«estasi», espressione che rimpiazza l'«intuizione intellettuale» ed annuncia il filo rosso della filosofia matura di Schelling, l'estasi della ragione. Nelle Conferenze di Erlangen, essa si propone icasticamente come «estasi dell'io»: passo estremo del filosofare, sull'orlo tra perdizione e palingenesi. Deponendo ogni pretesa di ricomporre dialetticamente il conflitto, si tratta di estradare, di decentrare il soggetto, dandogli modo non già di ripiegarsi su se stesso (come nella retorica intimista) ma di uscire da se stesso, di abbandonare in certo modo se stesso. «Difficile è questo passo, difficile è separarsi, per così dire, anche dall'ultima sponda». Ma questa strettoia cruciale, che pure riecheggia, oltre ad espliciti referenti evangelici, la mistica della Gelassenheit di Tauler o Ruysbroeck, conferisce all' "estasi" il senso etimologico della dislocazione, del porsi fuori di sé. Vox anceps «per i grammatici», dice Schelling, l'estasi vacilla tra epistrophè e catastrophè, immette sulla dirittura di un'interrogazio137

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