di una contromossa aggressiva o con una subdola suasività capace di estorcere il consenso abbindolando il pubblico con una perfida pseudologia. Il frammento Van der Uberlegung esplica l'analogia tra «discorso» e «battaglia», corpo a corpo senza esclusione di colpi13. 2.2. L'immagine di una progressione incontrollabile, di un impulso galvanico che da uno spunto anodino, per il pertugio di una minima inclinazione, deflagra nella gioia o nel tragico, è il meccanismo generatore del testo di Kleist14. Nel Kohlhaas, l'ingiuria arrecata al tessuto del reale reclama un risarcimento, aprendo invece uno strappo che ingenera un fatale precipitare nell'abisso tragico (contrappasso della giustizia in empietà, del «probo» in «terribile»). Nella Marquise van O si squarciano attimi in cui una gioia particolarissima è sprigionata dalla percezione del «fragile assetto del mondo»: la gioia di una ragione schiacciata e annichilita cui, come nel distico holderliniano di Patmos, il salvifico sboccia nell'estremo pericolo. È l'enigmatica, ancipite sensazione che afferra Kleist in varie notazioni di viaggio: l'indicibile «conforto» di fronte all'arcata che si sorregge pur essendo senza appoggio «perché tutte le pietre vogliono precipitare in una volta SOfa»15. 0 la ragione Senza SOCCOrSO del saggio sulla produzione graduale dei pensieri, che solo in preda alla divina e temibile distrazione può eludere l'aporetica della riflessione e accendere la gioia dell'Einfall. Fino al furor guerriero di Penthesilea, esplosione menadica dell'«orrida magnificenza della guerra» (Schreckenspomp des Krieges), in cui «l' autocostruzione del!'io diventa dissoluzione di sé e l'annientamento del!'altro si parie come auto-annientamento dell'altro, vale a dire identificazione in esso»16 . Nella colata lavica di un torrentizio, turbinoso impulso dell'indilazionabile, «Ananke» veglia su questa «autocostruzione» dissolutrice, immersa nel «talamo» del «campo di battaglia» (espressione presente anche nello Homburg), 135
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