Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

un vero mistero» - avviene che essi «si odino e si detestino l'un l'altro». È veramente come se, riuniti gli uomini in moltitudine, o addirittura in milioni di individui, per ciò stesso tutte le acquisizioni morali dei singoli dovessero scomparire, lasciando sussistere soltanto gli atteggiamenti psichici più primitivi, più antichi e più rozzi43 . È un tema che Freud non abbandonerà: qualche anno dopo, nel 1921, tenterà di dare una risposta, scrivendo Psicologia delle masse e analisi dell'Io. Ancora una volta, di fronte al «mistero», egli non cederà le armi, ma tenderà, per affrontarlo, tutte le sue energie intellettuali. Ma se questo è il comportamento delle «individualità collettive», le sue radici vanno ancora una volta ricercate nel «singolo». L'indagine psicologica, anzi, per essere più precisi psicoanalitica, ci indica piuttosto che la più profonda essenza degli uomini è costituita da moti pulsionali elementari, comuni a tutti e miranti al soddisfacimento di certi bisogni elementari. Tali moti pulsionali per se stessi non sono né buoni né cattivi44 • È solo in considerazione dei «bisogni e le richieste della comunità umana» che «noi classifichiamo questi moti e queste manifestazioni»[...] «Se chiamiamo attitudine alla civiltà la capacità che un uomo ha di trasformare, sotto l'influenza dell'erotismo, le sue pulsioni egoistiche, possiamo dire che essa è costituita da due componenti, di cui una è innata, mentre l'altra si acquista nel corso della vita45 . «Innato» è l'erotismo, «cioè il bisogno umano d'amore 119

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