Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

risultati della produzione artistica e culturale, appare evidente che il «soggetto» che Freud ha presente è, appunto, un soggetto più o meno altamente «civilizzato»: simile a se stesso, o addirittura proprio se stesso. «Lutto e malinconia», «idealizzazione», «delusione», appaiono, perciò, in primo luogo, da un lato una prosecuzione della tematica della Introduzione al narcisismo, ma, dall'altro, una riconsiderazione e uno svolgimento di tale tematica attraverso l'ascolto critico del proprio personale esperire. Il che, data la specificità della psicoanalisi, nulla toglie alla "scientificità" delle considerazioni di Freud, ma, semmai, la ribadisce. 5 -Due ipocrisie Nella prefazione alla prima edizione di Totem e tabù, datata «Roma, settembre 1913», Freud ci dice, sia pure e contrariis, quale sia il metodo che egli intende applicare nell'affrontare i «problemi non risolti della psicologia dei popoli». Contrariamente a Wundt, che utilizza «le ipotesi e la metodologia della psicologia non analitica», ma anche (e diremmo soprattutto) contrariamente a Jung («i lavori della scuola psicoanalitica di Zurigo, i quali tendono viceversa a risolvere problemi di psicologia individuale facendo ricorso a materiali derivanti dalla psicologia dei popoli»), egli intende «applicare punti di vista e risultati della psicoanalisi»; vale a dire, parafrasando il suo testo, a risolvere i problemi della psicologia dei popoli facendo ricorso a materiali derivanti dalla psicologia individuale. Senza volerlo accentuare (siamo già nella fase che precede la rottura con «Zurigo») Freud avanza che questo, e solo questo, è il metodo della «psicoanalisi». Esso risultava, del resto, evidente, in quanto, da sempre, Freud aveva scritto e pensato quando il suo sguardo analitico si era trasposto dai fenomeni individuali, del «sin117

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