Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

a chi scrive queste note la pagina iniziale della Storia d'Italia di Francesco Guicciardini, là dove egli descrive la felicità dello stato d'Italia prima della sua «ruina» a causa della guerra di Carlo VIll34 • Associazione, credo, non casuale. Anche Guicciardini aveva attraversato un suo periodo di «lutto», anche la Storia ha una forte componente autobiografica, anch'essa segna l'appassionata volont� del suo autore di «comprendere l'incomprensibile». Di più; forse, da questi esempi, e da molti altri che se ne potrebbero addurre, appare lecito aggiungere un altro elemento descrittivo alla fenomenologia del lutto: la idealizzazione dell'oggetto perduto, una sorta di «innamoramento» postumo, in forme assai simili a quelle prese in considerazione da Freud nel capitolo ottavo («Innamoramento e ipnosi») di Psicologia delle masse e analisi dell'Io35. Anche qui l'oggetto d'amore appare «sempre più magnifico e prezioso», mentre l'io si fa «umile», per effetto del «debordare;> sull'oggetto (in questo caso «perduto») di «una quantità notevole di libido narcisistica». L'età dell'oro, il paradiso perduto, la «perfezione narcisistica» dell'infanzia hanno subito un crollo radicale: insorge, con tutta la sua forza, la «delusione». Stando ad alcuni passi della Introduzione al narcisismo36, ripresi in Psicologia delle masse e analisi dell'I 037 e in L'Io e l'Es38 , questi processi di idealizzazione e identificazione non sono certo casuali: essi consentono, al contrario, all'Io, di superare un temporaneo processo di autocondanna «sotto forma di delirio di piccolezza e di autodenigrazione» che si manifesta come «malinconia psicogena»39 • Se si tiene conto che nel quadro «idealizzato» delle nazioni civili prima dello scoppio della guerra, è inserito da Freud, accanto alla possibilità di fruizione delle bellezze naturali le più diverse, anche il godimento dei più alti 116

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