Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

la sua caratteristica e la sua bandiera. Appare molto probabile che anche a questo Nietzsche critico delle forzature del razionalismo positivistico Freud abbia voluto riferirsi quando scrive nelle Considerazioni attuali: «Filosofi e conoscitori d'uomini ci hanno da lungo tempo ammonito che andiamo errati quando consideriamo la nostra intelligenza una forza autonoma, trascurando la sua dipendenza dalla vita emotiva»29 • Di questa «dipendenza» Freud offre subito una concisa esemplificazione all'inizio del primo dei due saggi che compongono le Considerazioni, «La delusione della guerra»: persino gli scienziati - egli dice - «servitori della scienza», «esacerbati nel profondo» hanno perduto la loro «serena imparzialità»30 . Ma non si tratta di formulare giudizi, il cui «vero significato» potrebbe essere dubbio. Ciò a cui si può mirare è tentare di fornire al «singolo», che «ha smarrito ogni orientamento e si sente inibito nelle sue potenzialità», una qualche «minima indicazione che lo aiuti a sentirsi a suo agio, almeno nel suo intimo»31 • Vi è in questo proposito una componente autobiografica, un ripensamento critico - da parte di Freud - di ciò che ha personalmente vissuto? Musatti, nella sua «Introduzione», citata, traendo spunto da quanto Freud aveva scritto a Ferenczi il 23 agosto, «Tutta la mia libido si riversa sugli austroungarici», sembra non aver dubbi, almeno per quanto riguarda la fuoriuscita di Freud da uno Stato che lo aveva - per qualche mese - «inibito nelle sue potenzialità». 114 Dopo che nel dicembre 1914 [leggiamo] si erano prodotti il ritiro della libido investita nella causa patriottica e la conseguente fase depressiva e di lutto (conformemente a quanto verrà descritto qualche mese dopo in Lutto e melanconia) Freud riuscì a reinvestire la stessa libido in una frenetica attività produttiva32 •

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