Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

giovanile entusiasmo, qualcosa di simile agli ardori militari della fanciullezza16. Cesare Musatti, nella Introduzione al volume ottavo dell'edizione italiana degli scritti di Freud, osserverà a sua volta: È certo perturbante constatare come un uomo della levatura intellettuale e della esperienza psicologica di Freud, nel pieno vigore dell'età, abbia potuto lasciarsi travolgere, anche se per breve periodo, in un modo così banale dalla.situazione emotiva suscitata dalla guerra. Per spiegare questo fatto va forse tenuto conto che la partecipazione alla universale ubriacatura patriottica per una persona come lui - che aveva sempre sofferto di essere tenuto in quanto ebreo in una condizione di estranietà, se non di inferiorità, rispetto ai comuni cittadini austriaci - rappresentava finalmente il superamento del proprio stato separato11_ Né mancherà chi, come Ronald W. Clark, dopo avere affermato che Freud «Nell'estate del 1914 si comportò da patriota leale e dimostrò un inconcepibile ottimismo, come la maggior parte dei cittadini degli imperi centrali e delle potenze alleate», introduce maliziosamente un paragone con Albert Einstein, che, proprio in quelle stesse circostanze, si adoperava, con il suo Manifesto agli Europei, contro la guerra, e deplorava le responsabilità della Germania 18 . Oggi, in particolare, che possediamo, tra l'altro, le testimonianze di due altri grandi intellettuali austriaci, Wittgenstein e Musil, sul loro servizio di guerra19 , siamo meno portati a «sorprenderci» per gli atteggiamenti iniziali di Freud; tanto più che, a differenza di Wittgenstein, di Musil, e di tanti altri, fu proprio Freud in brevissimo 109

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