di un livello di onnipotenza dell'agire nella vita psichica del bambino, è lecito da questo punto di vista ascrivere al gioco una funzione favorevole all'adattamento. Il gioco infatti, mentre da un lato conserva e rafforza ulteriormente questo senso di onnipotenza mediante il subentrare del soddisfacimento del desiderio erotico, dall'altro lato - considerato in senso pratico e presupponendo uno sviluppo normale - limita progressivamente il senso di onnipotenza a questa forma particolare dell'accadere psichico.66 La presenza del senso di onnipotenza a tutti i livelli del gioco può dimostrare efficacemente quale debba essere una trattazione esaustiva dell'argomento. Questo senso di onnipotenza si esprime nel modo più evidente nell'accresciuta percezione di sé67 durante il gioco e nella forma di azioni magiche che, parallelamente al progressivo sviluppo psichico, si manifestano non soltanto nelle azioni ma si diffondono anche nel linguaggio, nel1'attività di pensiero. Molto spesso il desiderio di onnipotenza si unisce, specialmente quando il senso di onnipotenza del bambino è stato ridimensionato attraverso l'educazione da parte degli adulti, a un desiderio simile proveniente dal complesso parentale, quello di diventare grande, che troviamo così frequentemente nel gioco, al pari, ad esempio, del desiderio di dormire espresso nel sogno. A differenza di questo primo livello magico del gioco,68 il cui caratteristico desiderio ludico è dato dal senso di onnipotenza egoistico e narcisistico, ove essenza e reciproca appartenenza di quest'ultimo richiedono ulteriori osservazioni e indagini, possediamo, grazie ai fondamentali lavori di Freud e della sua scuola, una chiarezza di gran lunga superiore per quanto concerne i giochi erotici primitivi di un altro livello. Le attivazioni delle zone erogene e delle pulsioni sessuali parziali sono il prototipo del gioco, poiché in esse il puro carattere di desiderio si esprime nel modo più netto, fin tanto che la repressione mora88
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