mo riscontrato come i prodotti della rimozione delle pulsioni parziali erotico-infantili e dei loro oggetti fossero determinanti per il carattere ludico, senza il quale il gioco non è un gioco ma una prestazione lavorativa non piacevole. La causa che sta all'origine del gioco e della sua forma deve essere ricercata nell'aspirazione delle pulsioni erotico-infantili represse all'attivazione e al piacere e nell'aspirazione della rimozione a evitare il dispiacere dovuto a tali pulsioni. In questo processo sono inglobati, sfruttati nel modo già ricordato ed elaborati, pulsioni e istinti motori e di altro tipo, parimenti prodotti in eccesso, e che spingono verso la scarica. Anche questo fatto riveste importanza per la conformazione del gioco. D'altra parte la concezione psicoanalitica corrisponde anche alla maggior parte delle tèorie del gioco: 1. Quella schilleriano-spenceriana per la quale il gioco è allontanamento di energia eccedente accumulata (overflowing energy) se, accanto agli altri aspetti, viene riconosciuto anche alle pulsioni erotico-infantili il ruolo importante, e finora misconosciuto, che ad esse spetta fra le fonti energetiche del gioco. 2. La cosiddetta teoria della distensione, sostenuta da Lazarus, che può essere sommariamente espressa in questi termini: il gioco significa una distensione dopo le tensioni della vita reale mediante un rilassamento fisico e spirituale. Questa teoria indica la preminenza del principio del piacere sul principio di realtà, in un'approssimazione scientifica che consente ancora un tipo di considerazione dal mero punto di vista della psicologia della coscienza. Si riduce così anche la riserva, avanzata rispetto a entrambe le teorie, che esse non considerano che i giochi sono spesso condotti fino al totale esaurimento del giocatore: questo fatto non corrisponde né alla teoria dell'eccedenza, né a quella della distensione, a meno di non considerare le pulsioni erotiche parziali ivi agenti, che hanno, come si è già detto, la caratteristica di ripetersi 79
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