stessa situazione che abbiamo trovato nell'analizzare il nome e la figura nella «volpe zoppicante» e «Mère Garuche» e che troveremo nuovamente in una numerosa casi- . stica di giochi analoghi. Pensiamo ancora a un'altra variante francese del gioco «Mère Garuche», il già nominato «Le Bonhomme» che si distingue dalla «mosca» solo per il fatto che qui il Bonhomme - un padre ridicolo, una figura pregnante nel gioco - ha la «garuche» e che coloro che sono toccati con questa diventano prima suoi figli e poi vengono immobilizzati nella loro casa. Questi: ses fils, sa mamite, son poireau, son navet etc. possono essere interpretati come simboli sessuali. In questa variante, oltre alla sua caratteristica simile a quella precedente, possiamo scoprire un elemento non completamente nuovo, cioè il punzecchiare e beffeggiare il padre da parte del figlio: con ciò, l'atteggiamento ostile del figlio verso il padre si esprime nel renderlo ridicolo. Il provocare la volpe mediante la penetrazione intenzionale nella sua tana è stato menzionato precedentemente. Un esempio lampante di quanto sopra detto nel senso del rapporto padre-figlio ce lo dà il gioco «Il gran Mogol», nel quale il gran Mogol si mette su di un qualsiasi piedistallo e fa smorfie di ogni genere. Ma ai bambini non è permesso deriderlo: chi ride di lui, o dà in cambio un pegno o diventa lui stesso gran Mogol. Si potrebbe inoltre paragonare il gioco «Le Bonhomme» con una delle tante buffe teorie sulla nascita con le quali i bambini si fanno beffa degli adulti lasciandoli all'oscuro delle loro conoscenze sessuali. In questo gioco si dimostra anche il significato della frusta e del picchiare come simboli della fecondazione (si paragoni il ruolo della spada durante il rito di Mitra e la fecondità che con questa spada si viene ad avere, o si pensi anche alle numerose superstizioni esistenti per ottenere la fecondità quali l'abitudine ungherese, per i Santi, di picchiare le ragazze con una frusta fatta 66
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