Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

.co della «mosca» la castrazione viene espressa mediante il particolare stesso della mancanza della frusta; là dove la castrazione venga superata con l'appropriarsi di un nuovo membro, cioè con la cattura di un bambino (paragone bambino-pene), subentra la paura. Nel momento in cui «la mosca» cattura un bambino, i giocatori con le loro fruste la rincorrono insieme al bambino stesso ed entrambi scappano poi, il più velocemente possibile, nel bucotana protettivo. Nelle analisi condotte da Abraham si è individuato, attraverso un suo paziente nevrotico, un esplicito totemismo della mosca (si sostiene cioè che le mosche, le vespe e altri «animaletti psichici»42 occupano a buona ragione il posto di animale totem, alla stessa maniera della volpe) derivato da quelle generazioni che collegavano alla mosca effetti ambivalenti: da una parte cioè la proteggevano da se stessi con svariati divieti (prescrizioni religiose e tabù), dall'altra talvolta la uccidevano (mettendosi uno di loro al posto della mosca e ponendo con ciò fine al suo potere fallico). Ma troveremo in seguito un altro simbolo di castrazione tipico per la mosca. Abraham fra l'altro pone il ruolo di totem della mosca e di simili animaletti «psichici», che per la loro estrema mobilità compaiono e scompaiono velocemente, in relazione con la funzione sessuale del guardare. E nei vari giochi della mosca, nella «mosca cieca» italiana, la «mosca di ferro» greca, e nel ben noto gioco tedesco «vacca cieca», constatiamo che «la mosca» ha perso proprio la funzione del guardare, dell'occhio, che, da numerose analisi (fra l'altro di Freud, Ferenczi e Abraham), sappiamo come possa rappresentare il genitale maschile (paragona l'autopunizione di Edipo dopo l'incesto). Nel gioco emerge di che cosa, in realtà, si tratti. In Siam, come ci informa Bastian, la benda viene messa sugli occhi in modo che 64

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