Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

mente nelle immagini divine. In molte fiabe troviamo schiere del «nemico», come veniva di preferenza chiamato il diavolo - schiere tali da essere definite «numero di legioni»-; Jung ne ha descritto il carattere fallico e Jones ne ha sottolineato le relazioni con l'incesto; e anch'io vorrei porne in evidenza l'implicita importanza rispetto all'erotismo anale. Questo «nemico» viene spesso raffigurato in modo tale che l'eroe anziché combattere direttamente contro un'immagine paterna nemica deve combattere piuttosto contro innumerevoli soldati, bambini, servi e animali che in alcune fiabe e miti diventano sempre di più e di più di quanti l'eroe ne riesca ad uccidere. Si raffrontino a questo proposito i draghi dalle molte teste. Tali teste ricrescono o addirittura si raddoppiano come nel mito di Eracle, oppure l'eroe deve combattere di nuovo - in genere tre volte37 -contro i draghi con un sempre maggior numero di teste. Per esempio in una fiaba ungherese, in cui la forte rimozione dei desideri incestuosi viene accentuata dai molti pericoli e difficoltà che l'eroe deve superare - fra l'altro il motivo del «monte di vetro» che indica l'impossibilità di scalare il monte sulla cui cresta e dentro al quale si trova la fortezza con la figlia del re (immagine materna) che deve essere liberata e salvata -, i soldati nemici aumentano sempre di più, di più, nonostante ad ogni colpo la spada magica dell'eroe ne uccida un reggimento. Quando galoppa sul suo cavallo magico nella direzione dalla quale provengono i soldati l'eroe scorge una donna vecchia (la vecchietta con il naso di ferro, una strega a lui nemica) che lavora ad un telaio e solo allora, ad ogni movimento della navetta38 che ella compie, egli vede saltar fuori dalle costole della vecchietta un reggimento di soldati. Per prima cosa l'eroe deve uccidere la strega e solo successivamente riuscirà a sconfiggere i soldati. In questa fiaba, scelta anche per la sua grande analogia 61

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