pito a sua volta dagli altri giocatori con le loro fruste, sino a che non fugge nella sua tana, dove è al sicuro dai suoi inseguitori. La stessa cosa accade alla volpe quando tocca il terreno con il secondo piede al di fuori della sua casa-tana. Così si svolge il gioco e procede spesso per ore. Se già i giochi inventati individualmente ricevono le loro azioni motorie più significative dall'inesauribile riserva della sessualità infantile, possiamo supporre anticipatamente, con grande probabilità, che nella formazione di tali e più generiche forme di azioni piacevoli, come il gioco sopra descritto, il ruolo principale venga svolto dalle medesime forze. Come nei sogni tipici, leggende, fiabe, nevrosi etc. la chiarezza spesso sorprendente del simbolismo va in questa direzione e agevola il percorso verso la comprensione, soprattutto se teniamo conto, nell'interpretazione, del materiale analitico rapportabile ai campi d'azione in cui si svolgono i moti sessuali inconsci dell'uomo. Dapprima balza agli occhi la somiglianza della «casa», «tana», con le case, i buchi e le grotte, precedentemente citati, dei giochi individuali.6 E vedi anche il «buco» nel seguente rito della fecondità delle tribù australiane dei Wahandi (comunicato da Jung: «Jahrbuch fiir psychoanalytische und psychopathologische Forschungen», IV, Bd. I, Simboli e trasformazioni della libido). Scavano sul suolo un buco modellato e circondato da arbusti, in modo da imitare i genitali femminili. Per tutta la notte danzano intorno a questa fossa tenendo dinanzi a sé le lance in maniera tale da ricordare un pene in erezione. Continuando a danzare intorno al buco vi ficcano dentro le lance, gridando nel contempo: pulli nira, pulli nira, wataka! (non fossa, non fossa, sed cunnus!). Se applichiamo adesso i risultati dell'analisi del gioco anche in questo buco, casa, dobbiamo riconoscere, come nel buco nella pancia della bambola di Hans, il simbolo genitale con un significato che si riferisce ai 45
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