Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

portabandiera. In questo caso non poté essere eseguito un trattamento psicoanalitico; ma i temi più significativi possono essere ugualmente arguiti con sicurezza dalla situazione familiare del bambino. A prescindere dal fatto che la morte di un animale con il conseguente lutto è un rito totemico, che, come Freud ha dimostrato, è da ricondurre al tipico desiderio d'incesto e d'uccisione del padre, molti tratti del gioco e della costellazione familiare del ragazzo (il quale era alle prese con un esasperato contrasto tra l'essere il figlio viziato dalla madre e la severità del padre) indicano il tipico desiderio di morte del figlio nei confronti del padre. In questo caso, nel gioco sopradescritto, risulta molto chiara l'indentificazione del figlio con il padre che, essendo sellaio, lavorava con la lesina, e che, in inverno, aveva macellato lui stesso i suoi maiali da ingrasso. Nel gioco era già del tutto evidente che N.J. nella macellazione del maiale con la lesina aveva riprodotto le stesse caratteristiche di sellaio proprie del lavoro del padre. Inoltre il padre di N.J. era portabandiera nelle processioni della parrocchia, soprattutto nelle processioni pasquali nelle quali le campane venivano suonate a lungo, così come nel gioco del funerale in cui il bambino recitava palesemente il ruolo del padre. Ma se un bambino si pone nel posto del padre dopo l'uccisione totemica, ciò che è solennemente sepolto (nel nostro caso il maiale) in un'azione simulata, non legata alla realtà e inventata liberamente, altri non può essere che il padre ucciso. Questo vissuto doveva essere stato condiviso, in qualche modo, anche dal padre, seppure con poca comprensione, visto che per uno scampanio (cioè chiasso con un bastone sulla recinzione) si precipitò fuori dalla sua officina picchiando il proprio figlio, nonostante, in genere, egli non fosse particolarmente sensibile ai rumori. Possiamo anche supporre che sicuramente con la ma43

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