Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

Nel 1895, Freud ha individuato all'origine della nevrosi un trauma. «Ti ho già rivelato, a voce o per lettera, il grande segreto clinico? L'isteria è la conseguenza di uno spavento sessuale subìto nel periodo presessuale. La nevrosi ossessiva è la conseguenza di un piacere sessuale provato nel periodo presessuale che più tardi si tramuta in autorimprovero» (lettera 76, 15 ottobre). A questo annuncio farà seguito due anni dopo quella che è sembrata a Masson una ritrattazione: «Non credo più ai miei neurotica» (lettera 139, 21 settembre 1897). Ma non si tratta di un ripudio per viltà, e nemmeno d'altro canto del gesto con cui Freud volgerebbe le spalle all'ottuso «verismo» ottocentesco scoprendo la parte del soggetto al_l'origine delle proprie nevrosi e, con questo, l'inconscio. Si tratta di un punto di vista e della sua correzione, del suo aggiustamento così come si aggiustano le lenti di un cannocchiale o il fuoco di un apparecchio fotografico, ma in cui annebbiamento e bagliore si scambiano di posto con il precisarsi di una funzionalità. Il «punto di vista» netto, senz'ombre, senza pentimenti, è fissato sulla scena classica di ogni rivoluzione del pensiero, la scena di una notte, sotto la tenda, in cui tutti i veli cadono, e Cartesio, Spinoza, Giacobbe salgono la scala di un sapere assoluto. A fare la sua apparizione, in quella particolare atmosfera, è il progetto di una legislazione universale, la forma in generale di una legge, più che il contenuto di una «legge generale» come quella che il 15 ottobre 1895 Freud pensa di aver colto per la nevrosi e che pochi giorni dopo, il 20 ottobre, gli fa scrivere a Fliess: «Adesso ascolta ancora questo. In una laboriosa notte della scorsa settimana, mentre ero oppresso da quel grado di sofferenza che costituisce l'optimum per la mia attività cerebrale, tutto a un tratto le barriere sono crollate, i veli si sono sollevati e io sono riuscito a penetrare con lo sguardo dal più piccolo particolare delle nevrosi sino alle condizioni della coscienza» (lettera 78). 25

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