Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

prende il racconto degli indiani Guarico sulla tribù degli Atura che sospinti dai nemici sull'orlo di una rupe perirono tutti. E tuttavia esisteva ancora un vecchio pappagallo di cui gli indigeni non comprendevano il linguaggio perché parlava la lingua di quella tribù estinta. Il commento finale di Freud: «Essere l'ultimo della propria stirpe o il primo e forse l'unico, sono situazioni che si rassomigliano molto» indica una collocazione sulla punta del cuneo dell'evoluzione che vede coincidere il lavoro silenzioso e inavvertito della Selezione Naturale con quello dell'Istinto di morte. E si definiscono così anche due posizioni intellettuali. Quella di Fliess che in un certo senso ignora la morte. Egli si accompagna al flusso del plasma immortale. I suoi "periodi" si trasmettono dalla madre ai figli senza soluzioni di continuità. E quella di Freud la cui vittoria sulla morte avviene in nome dell'archeologia, l'eredità contro l'ereditarietà, che segue Darwin al di là di ogni filosofia della Natura. Lo segue nella mirabile capacità dialettica di rappresentarsi in .uno la Superficie e la Grotta, i flussi carezzevoli delle maree e le immense stragi malthusiane. La superficie, come la mappa in cui viene a incidersi la forma dell'apparato psichico con le sue barriere e separazioni; la grotta come l' "oscura fossa" dove Freud lavora alla Traumdeutung e che riguarda quell'importanza del fattore quantitativo da cui Freud sarà condotto, anni dopo da questi di cui parliamo, e ancora dietro la spinta di immense stragi, di guerra queste, a rimodellare l'apparato psichico precisamente in conformità al volto di LuciferoAmore, con l'introduzione della figura dell'Es di cui dirò un'altra volta che cosa è e incarna. Ma vorrei riprendere dal prologo l'arco di questo tracciato, sottesa, dal disegno al colore, un'altra scoperta trova la sua collocazione. 24

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