Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

per andare a innervare un nuovo principio teorico. L'episodio della «cesura» di Manet è databile ancora una volta nel fatidico 1865 che per Degas sembra riflettersi nel 1789. Il quadro mutilato verrà appeso sulla parete della sua casa, e successivamente Degas vi affiancherà «Il prosciutto», Le jambon, di Manet (1880 circa).29 Sembra dunque che al passaggio dall'impasse (la sterilità del dilettante) al nuovo principio formale si leghi inesplicabilmente, formando un bizzarro trittico, il Witz, come del resto avevamo già scoperto.30 La mia ipotesi è che quest'ultimo, che completa i primi due come un certificato di garanzia, un timbro, (e che, per usare le parole di Matisse, è «un movimento elevato a un grado tale da non trascinare i muscoli dello spettatore, ma semplicemente il suo spirito») sta al posto di quella «funzione della fretta» che fa precipitare i prigionieri lacaniani del tempo logico. Ma quando distinguo la cera dalle sue forme esterne e, come se le avessi tolte le vesti, la considero tutta nuda, è certo che quantunque possa riscontrare qualche errore nel mio giudizio, non la posso concepire in questo modo se non ho uno spirito umano. Ma che cosa dirò infine di questo spirito, ossia di me stesso? Fin qui infatti non ho ammesso in me altro che uno spirito. Che cosa dirò dunque di me stesso che sembro concepire con tanta chiarezza e distinzione questo pezzo di cera? Moreno Manghi NOTE 1 Degas scultore, catalogo della mostra di Firenze e Verona, aprilesettembre 1986, a cura di Giorgio Cortenova, Mazzotta, Milano, 1986 (d'ora in poi D.S.). 199

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