Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

2 Mantz P., Expositions des oeuvres des artistes indépendants, in «Le Temps» 23 aprile 1881. 3 Ettore Camesasca, «La tecnica e la fusione delle sculture di Degas», in D.S., p. 95. 4 Si veda il mi� L'arte della perversione, «Il piccolo Hans» 47, lugliosettembre 1985. E nota la secca battuta di Degas che l'arte «è un vizio». Huysmans, uno dei commentatori più sensibili di Degas, parlava della «febbre fredda» con cui l'artista guardava i corpi nudi. E a ThiébaultSisson Degas dichiarava: «quant au frisson de la peau, bagatelles!». 5 In un'altra lettera all'amico Pierre Cornu della fine degli anni '50, dunque a 23 o 24 anni, Degas scrive: «spesso mi domando se sarò un pittore o uno scultore. Non ti nascondo che sono molto perplesso...» (cit. in D.S., p. 216.) . 6 Valéry P., Degas Danza Disegno, a cura di Beniamino Dal Fabbro, Milano, Feltrinelli, 1980, p. 40. 7 Il cambio della grafia del nome è del 1865. In questo stesso anno Degas espone per la prima volta al Salon un'opera «storica», Malheurs de la ville d'Orléans, di cui nessuno finora ha però saputo dire che cosa raffiguri, dato che non rinvia a nessun modello pittorico o letterario conosciuto. Notiamo solo che la famiglia creola della madre di Degas, Célestine Musson, morta quando Edgar aveva tredici anni, si era stabilita a New Orleans. 8 Valéry, cit., p. 78-81. 9 L'episodio è del 1893. Cfr. Clara Stefanelli Spatze, "Notizie biografiche", in D.S., p. 223; Vollard A., Souvenirs d'un marchand de tableaux, Parigi, 1937 (tr. it., Torino, Einaudi.) 10 J amot P., Degas, Parigi, 1924, cit. in D.S., p. 227. 11 Mi chiedo, anche in base a fatti abbastanza curiosi, come quello di chiedere continuamente a Bartholomé dei consigli tecnici che poi non saranno mai messi in pratica, se l'amico di una vita, restauratore delle cere per la fusione e esecutore testamentario, non abbia nei confronti di Degas quella che Finzi ha chiamato la funzione. della «matta» nel gioco delle carte, il posto del terzo testimone in rapporto alla barriera «molle» della fobia: «qu�sto Terzo è indispensabile perché un apparecchio della sessualità possa continuare a funzionare, producendo insieme sapere e godimento senza che l'inceppo che pure ne fa parte, la barriera, porti al disastro. Il Terzo ha insomma il compito indispensabile di garantire che la barriera è molle, cosa niente affatto evidente dato che ove manchi di costituirsi questa funzione di Testimone, allora la barriera si ispessisce e il soggetto urtandola vi perde la ragione o la vita. Il Terzo testimone si trova ad essere, suo malgrado se del caso, maestro della compatibilità, della giunzione possibile di animato e inanimato». Cfr. Il posto dell'Origine nel riconoscimento della psicosi, «Il piccolo Hans» 48, ottobre-dicembre 1985, pp. 122-23. 12 Valéry, cit., p. 81. 1 3 Ibid., tutti i corsivi sono miei. 14 D.S., p. 91, cors. mio. In Il destino del fantasma nella perversione, «Il piccolo Hans» 51-52, luglio-dicembre 1986, ho fatto l'ipotesi che !'«assembramento» di oggetti e stili accumulati in certi intérieurs, teatrini e 200

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==