Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

te, proprio a causa della sua maestria nel fare i cavalli. Il suo limite è che in lui il cavallo non si traspone in principio formale della pittura. Meissonier rimane così un pittore dilettante, e proprio per questo Degas - in apparente contraddizione con le sue celebri stroncature - potrà copiarlo. Degas utilizza insomma Meissonier (come del resto farà con Muybridge e Disdéri) alla stregua del marchingegno ferroviario da lui escogitato. Il limite del maestro, che in questo non si distingue dal dilettante, è che si può copiare; l'originalità, il virtuosismo del maestro è così sempre sul punto di essere sostituito da una tecnica. Il desiderio dell'artista invece, che si ricongiunge al dilettante senza passare per la maestria, non si può copiare. 7. Il desiderio dell'artista, o di una impasse divenuta feconda Se non fossero state di Degas, le sue sculture non ci avrebbero interessato in quanto opera rudimentale di un dilettante. Giustamente. Sennonché questo dilettantismo non si pone più, ora, prima ma dopo la maestria. La grandezza della pittura di Degas, quella grandezza che risiede non nell'abilità tecnica ma nell'invenzione di nuovi nessi, può sussistere solo in quanto si alimenta della funzione del taglio preservata nello spazio dilettantesco. Tutto parte da quella testa di Medusa conservata sugli scaffali del terzo piano di Rue Victor-Massé 37, tutto ha inizio da quel «sono a casa tua!» riferito ai Convenzionali che una voce mormora alle spalle del nonno Hilaire (che era il primo nome di battesimo di Degas che ne aveva tre: Hilaire-Germain-Edgar De Gas) scaraventandolo d'un balzo oltre quella frontiera che Degas ripasserà incessantemente. Ecco allora che attraverso il luogo della fobia preservato - in cui Degas si installa al punto da erigervi sopra la propria abitazione, ma nella forma del «santuario», alle197

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