Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

giorno, lo condusse con sé in visita dalla vedova Le Bas, (serie di associazioni che conducono tutte al nonno paterno: il 'basso', il 'vile', la 'calza', e, popolarmente, il 'gruzzolo'), famoso membro della Convenzione, amico di Robespierre, che s'uccise con un colpo di pistola il nove Termidoro. Il figlio della signora, Filippo, eminente dotto, era stato precettore degli zii di Degas. La vecchia signora abitava in Rue de Tournon. Degas ricordava il rosso dei mattoni lucidati che pavimentavano l'alloggio. Terminata la visita, mentre la signora Degas se ne andava col figlio per mano accompagnata sino alla porta dalla vedova Le Bas, essa vide alle pareti del corridoio d'ingresso i ritratti di Robespierre, di Saint-Just, di Couthon... - Ma come, esclamò, tenete ancora le teste di quei mostri? - Taci, Celestina; erano dei santi... Lo stesso ventotto luglio 1904 Degas, in vena di ricordi, mi parla di suo nonno, che ha conosciuto e di cui ha fatto il ritratto a Napoli (o a Roma?) nel 18... 16 Degas mantiene così, attraverso la «faccenda privata» della scultura, aperto un passaggio tra il soggetto$ e l'oggetto a, quel passaggio fantasticato nel godimento, quella barriera molle, che contraddistingue il luogo della fobia e che la perversione troverà il modo di attuare e perpetuare con il supporto di una tecnica della natura.17 Barriera molle che divide il soggetto dal godimento prima che sorga la nevrosi dove la barriera si ispessisce fino a non permettere più la «tentazione» di un passaggio. Luogo della fobia come risposta all'angoscia in quanto l'oggetto a è espulso, gettato al di là di un bordo, della linea di confine che contrassegna i limiti del proprio corpo, espulsione che rovescia l'angoscia nella paura di fronte a qualcosa che nella nuova configurazione si pone al di fuori. 193

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