Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

L'unico maestro è dunque l'istinto: è la natura e non il pensiero, il patrimonio di sapere ereditato, a generare, a creare. Il rifiuto dell'armatura, della struttura, è rifiuto della cultura, della trasmissione simbolica del Nome del padre. Il sogno di Degas scultore è quello di un corpo che si regga da sé, senza sostegni o appoggi, senza un significante in posizione di causa. Essere in sospensione nel «berceau de sperme»: ecco il significato della ballerina di cui Mallarmé diceva che «non è una donna che danza, in quanto non è una donna e non danza», epigramma che suggerisce a Valéry la figura della ballerina per eccellenza, la medusa: niente terreno, niente solidi per tali danzatrici assolute; niente pavimento ma un mezzo dove ci s'appoggia su tutti i punti che cedono verso dove si voglia. Niente solidi, nemmeno nel loro corpo di cristallo, elastico, niente ossa, niente articolazioni o legami invariabili, segmenti che si possono contare ... Al culmine di questo voluttuoso balletto, di questo alacre plasmare, la materia cede da tutte le parti, non offre più alcuna consistenza, la mimesis non si distingue più dalla realtà, ed è allora la testa di Medusa, la testa decapitata del nonno di Degas ad animarsi sulle punte: «e all'improvviso, rimboccando tutti i suoi falpalà vibratili, le sue vesti di labbra troncate, si rovescia e s'espone, furiosamente aperta». 4. La testa di Medusa 192 Il ventotto luglio 1904 mi racconta questo ricordo. Aveva quattro o cinque anni, (l'epoca in cui Freud situa l'avvento della fobia), e sua madre, un

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