Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

champ de la parole. Non pas 'c'est vous qui le dites', mais 'c'est vous qui le dites'». 8. Facciamo passare su questo ponticello significato dallo spostamento del corsivo da un termine all'altro (quale sarà il valore di un carattere tipografico?) l'omologia, ossia il richiamo e potenziamento reciproco, di romanzo e fantasma. Ma il fantasma, «oggetto psicoanalitico per eccellenza», è anche un punto di arrivo e uno strumento della teoria cui si trova a lavorare Freud all'epoca del sogno sulla dissezione del bacino. La teoria è, per definizione, qualche cosa che si trasmette, ossia che si eredita. La questione dell'eredità è segno distintivo tanto del sogno di Freud quanto del romanzo di Rider Haggard: nel quale, alla fine, si tratta di ereditare addirittura l'immortalità (ma allora, anche il sogno: le «opere immortali», «i figli raggiungeranno forse ciò che il padre non è riuscito a conseguire» eccetera). Si assiste a un processo molto suggestivo, per cui certe unità siginificanti di un sistema (nel caso: il sistema romanzesco di She) si trasferiscono e funzionano nell'ambito di un sistema diverso, quello del sogno. Il cammino non si ferma qui, giacché quelle unità collaborano - per dir così figurandola, metaforizzandola - alla costruzione della teorja. Azzardo: tali brandelli di narrazione, Urphantasien di ritorno, fantasmizzano la teoria, imprimendo una spinta al suo processo di sviluppo. Uno schema grafico aiuta a cogliere questo processo: romanzo (fiction) ---� sogno --- teoria (fiction) dove i due estremi (supposti tali solo per comodità) sono entrambi marcati dalla finzione - termine che non si oppone, naturalmente, a realtà secondo coppia convenzionale, ma designa un'attività che si attua per catene di ipotesi e «invenzioni», secondo una verità istantanea del dire («c'est vous qui le dites...») 167

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