Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

Billali, che porterà Leo Vincey e Holly alle Grotte di Kòr; poi, e con ben altra rilevanza simbolica, «Lei-cui-bisogna-ubbidire», la donna immortale. Questa è, nuda e cruda, la citazione dirò così visibile che emerge dal sogno: ma s'intende che la connessione operante nel caso va ben oltre - è proprio questa parte infrascritta (infracitazione) che si tratta di enucleare nei suoi sviluppi funzionali. 4. In una lettera a Fliess del 12 dicembre 1897, Freud presenta l'idea dei miti endopsichici. «Sono gli ultimi prodotti del mio lavoro mentale. La confusa interna percezione del mio apparato psichico stimola le illusioni del pensiero che vengono naturalmente proiettate verso l'esterno e in modo particolarmente caratteristico nel futuro e nell'aldilà. L'immortalità, la retribuzione, il mondo dopo la morte: sono tutte rappresentazioni del nostro interno psichico....» She figura un mito endopsichico al secondo grado, direi: per la funzione che il racconto adempie nei confronti del suo autore; per quella che viene a ricoprire inserendosi all'interno del «sogno della dissezione del bacino» e della sua produzione di senso - configurando una sorta di iperbato strutturale. «Futuro» e «aldilà» sono i termini entro cui gioca il romanzo di Rider Haggard. Leo Vincey, Apollo vivente del secolo diciannovesimo (la storia si svolge nella seconda metà dell'Ottocento), discendente inconsapevole del sacerdote di Iside, Callicrate, non è altro che la proiezione «nel futuro» di quel personaggio origi:µario, motore della vicenda. Quanto ad Ayesha, «Lei», la donna immortale, si distende addirittura in un intratempo che pareggia passato e futuro. La loro storia mette in gioco quello che ha a che fare con l'aldilà: la morte e la sopravvivenza. Un rozzo condensato del romanzo aiuterà a cogliere le connessioni. 159

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