Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

ché non attiriamo l'attenzione. Commentando la seconda scena del sogno, Freud accenna a «una provocazione antisemita durante il viaggio in treno nella bella Sassonia»: e aggiunge, tra parentesi sottolineandolo: («Anglosassoni)»; ma non vi si sofferma più che tanto. Nel nostro contesto «ferroviario» vale forse invece la pena di ritornare sopra a questo episodio, con il soccorso dello stesso Freud, che ce ne ha lasciato una minuziosa descrizione nella lettera a Martha del 16 dicembre 1883. 55 Protagonista ne fu lo stesso Freud in occasione di un viaggio in treno da Vienna a Lipsia, nel dicembre 1883, appunto, per incontrarsi con i fratellastri Emanuel e Philipp, che dovevano recarvicisi, per affari, dall'Inghilterra. Jones nota che, tra le ragioni di questo viaggio di Freud vi erano quelle «di assicurare l'aiuto di Emanuel alla famiglia» e «l'assurda speranza, che del resto risultò vana, che Emanuel gli potesse pagare il viaggio ad Amburgo» (per rivedere Martha). Ma forse Freud che, dopo la laurea, aveva incontrato gravi difficoltà economiche e di lavoro - tanto, tra l'altrao, da dover rinunziare al pur così desiderato viaggio ad Amburgo - voleva sondare con i fratellastri le possibilità di trasferirsi in Inghilterra, secondo un progetto che aveva più volte accarezzato. In tal caso il poco perspicuo «Anglosassoni» che abbiamo ricordato potrebbe rappreSt:!ntare un'allusione a questi desideri e pensieri cui, inoltre, poteva aggiungersi l'idea che lì, in Inghilterra, non gli sarebbe accaduto di dover soggiacere all'antisemitismo diffuso in Austria e in Germania, e del quale, proprio nel viaggio verso Lipsia, avrebbe ancora una volta dovuta constatare la virulenza. Sul denaro, sulla eventualità di dover chiedere un prestito «al cognato di Hammerschlag», sul viaggio in terza classe con la conseguente difficoltà di prender sonno, sul 148

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