Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

«cavallo che tira i mezzi di trasporto», e quindi all'oggetto principale della fobia di Hans. Del resto anche il dazio, che tanta parte occupa nel caso, è un luogo di Verkehr, e il desiderio di Hans di salire sui carri che si fermano al dazio ha la sua corrispondenza in quello di salire sui «vagoncini» anche se ciò dovesse costargli caro: la punizione di essere spogliato e lasciato per l'intera notte tutto nudo dal conduttore e ben 50.000 fiorini per poter viaggiare sul vagoncino. Una fantasia, quest'ultima, in cui Hans - secondo Freud - identifica il conduttore con il padre:48 qualcuno che, come il «guardiano» di Schonbrunn o «la guardia» che «lo porta via» quando, con il padre, fantastica di rompere un finestrino in un treno,49 rappresenta un divieto. Che, in qualche modo, Freud collegasse la costellazione treno-ferrovia-stazione a un divieto, è un'ipotesi che si può avanzar� in base ad alcuni reperti indicativi.· Agli albori della sua autoanalisi, subito dopo la morte del padre, Freud descrive brevemente un suo sogno a Fliess.50 Vi si parla - in evidente relazione con questa morte-di un cartello con la scritta: «Si prega di chiudere gli occhi», che Freud traduce: «Bisogna adempiere al proprio dovere verso i morti». Il cartello era in un locale riconosciuto da Freud come il negozio del barbiere ove·si era recato prima dei funerali, cosa per cui i suoi familiari ·se la presero un po'. Nella lettera il sogno è attribuito al «giorno dopo il funerale»: gli elementi di «autorimprovero» dei quali Freud parla nel commentarlo sono linearmente, temporalmente, coerenti. Ma, nel riprendere il sogno nella Interpretazione dei sogni,51 Freud lo anticipa alla «notte prima del funerale», e se ne serve in un contesto del tutto diverso: quello dei «mezzi di rappresentazione» onirici della forma disgiuntiva «o - o». Il locale del barbiere è scomparso, Freud parla solo di una «tabella a stampa, un manifesto o un 145

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