Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

notato che non si trattava, in questo caso, di angoscia di separazione, giacché i due amici, dopo la gita a Berchtesgaden, sarebbero rientrati insieme a Salisburgo, a continuare il loro «congresso». Il luogo - la stazione - di questo episodio, induce a riflettere. Se infatti il treno, la ferrovia, ricorrono spesso nell'opera di Freud, e nei sogni, propri ed altrui, che analizza, o comunque prende in considerazione, non è difficile rendersi conto che in gran parte di questi esempi non è tanto il tragitto ferroviario ad entrare in gioco, quanto, appunto, la stazione. Riguardo a quella di Breslavia, su cui ci siamo soffermati, si può obiettare che il piccolo Freud era comunque in treno, che da questa stazione egli, cioè, transitava. Ma in molte altre occasioni un'obiezione di tal genere non trova riscontro possibile. In una nota al «secondo sogno» del caso di Dora,45 un sogno nel quale la ragazza non riesce a raggiungere la stazione dalla quale deve partire a causa della morte del padre, Freud, che ha sottolineato che Bahnhof (stazione), come più avanti Friedhof (cimitero) «stessero ad indicare i genitali femminili», aggiunge: «La 'stazione' serve del resto al Verkehr. È questo il rivestimento psichico in alcune fobie del treno». E il curatore dell'edizione italiana fa notare che Verkehr sta a significare «traffico e anche commercio sessuale». «Sotto il segno del traffico» lavora anche - osserva Freud - la fantasia del piccolo Hans;46 dopo aver riferito di alcuni suoi «pensieri» inerenti alla ferrovia, ai treni, ai viaggi, alla stazione, al «conduttore» che «lo spoglia tutto nudo». Un pensiero che si ricollega a quest'altro: «Andavamo in treno a Gmunden. Giunti a quella stazione ci rivestiamo, ma non riusciamo a finire in tempo, e il treno riparte senza di noi».47 Del resto, treno, ferrovia, viaggi, hanno gran parte in questa analisi, e Freud chiosa che il «segno del traffico» collega «con coerenza» la ferrovia al 144

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