Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

Freiberg, non vi fosse una qualche diretta eco di un «tracollo» economico del padre, e rifacendosi allo scritto Ricordi di copertura, dove, appunto, sempre dietro la maschera del «paziente», Freud sottolinea, a proposito del padre, il «danno che il primo tracollo aveva arrecato a tutta la mia vita».41 Anche l'attenzione che la Kriill dedica al sogno perduto, al «grande sogno», «ampiamente analizzato» da Freud, e che sembra egli volesse porre a base del libro che sarà poi la Traumdeutung,42 permette di stabilire alcune connessioni con la "nuova soluzione" della fobia ferroviaria. Secondo un appunto di Marie Bonaparte, ritrovato da J. Masson, 43 Freud ne parla come di un sogno «che riguarda Martha Freud»; nella lettera a Fliess del 9 giugno 1898,44 egli chiederà all'amico che cosa lo abbia indotto a insistere perché il sogno venisse «condannato»: «Scrivimi almeno - gli chiede - quale tema ti ha fatto indignare - e a quale riguardo tu paventi l'attacco del critico malevolo. Si tratta della mia angoscia, o di Martha, o della povertà[Freud impiega il termine yiddish: Dalles], o del mio essere senza patria?» Sono i temi della «nuova soluzione» («una fantasia di impoverimento[...] Mia moglie non ebbe dote»); ma, sulle origini della «fobia» ferroviaria non sembrano - di per sé - recare un grande chiarimento. Né le non moltissime osservazioni sulla fame sparse nell'opera di Freud, appaiono a loro volta tali da poterci particolarmente aiutare in questo senso. 2.3. Alla stazione di Berchtesgaden Abbiamo già ricordato come Freud considerasse di avere avuto, secondo le sue parole, «uno dei miei migliori attacchi di angoscia del viaggiare alla stazione di Berchtesgaden», in occasione di un incontro con Fliess. Va 143

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