Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

2.2. La "nuova soluzione" L'«autoanalisi» aveva indotto Freud a individuare nell'episodio della stazione di Breslavia- e nella costellazione che la sovradeterminava di contenuti affettivi-l'origine della sua fobia ferroviaria. E su questa strada si sono sostanzialmente mossi i commentatori - Jones, Anzieu, Kriill - che abbiamo ricordato: tutti hanno sostanzialmente trascurato (il «trauma» della partenza e della «separazione» era sin troppo invitante!) la correzione apportata da Freud, due anni dopo; una correzione che a Freud si impone, questa volta, sulla base della clinica. È quanto risulta inequivocabilmente dalla lettera a Fliess del 21 dicembre 1899, cui si è già accennato. Freud vi parla di «E.», un suo paziente che ha avuto in cura per cinque anni, dando adito, proprio per la lunghezza di questa sua terapia al «disprezzo e stupore» di «un collega più anziano il cui giudizio - leggiamo nella Interpretazione dei sogni a questo proposito-era per me inattaccabile» . 29 Su «E.» Freud si era già soffermato parecchie volte nel carteggio con Fliess; e tornerà ancora, oltre che in quello citato, in un altro passo della Traumdeutung, dove riprenderà, attribuendolo tuttavia «non ad un paziente, ma a un intelligente giurista di mia conoscenza», 30 il sogno riportato nella Minuta L (Ancora un sogno di desiderio). Si trattava perciò di un paziente che rivestiva per Freud una particolare importanza («Puoi immaginarescrive a Fliess nella lettera del 21.12.1899-quanto sia diventato importante per me questo tenace paziente»); proprio· nel corso del suo trattamento, svoltosi con «lo scotto di tutti i miei errori tecnici e teorici» 32 Freud si renderà conto, in tutta la sua rilevanza, del fenomeno della traslazione (transfert) e delle sue funzioni e conseguenze.33 Ebbene, nella lettera del 21 dicembre 1899, dopo quasi 140

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