Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

2. In treno con Freud 2.1. Alla stazione di Breslavia Diversamente andarono le cose per Freud. A Freiberg, la cittadina morava ove egli era nato e aveva trascorso la primissima infanzia, la ferrovia non passava: la stazione di Ostrava, sulla linea Breslavia-Cracovia era abbastanza lontana, una trentina di chilometri. Il treno, la ferrovia, la stazione, si presentarono perciò al piccolo Freud soltanto quando aveva già compiuto i tre anni, allorché i suoi genitori lasciarono Freiberg per recarsi a Lipsia, e, l'anno dopo, a Vienna. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, Freud fa dire testualmente, all'alter ego dietro cui si nasconde, nello scritto Ricordi di copertura1 (1899) «la partenza, la vista della ferrovia, il precedente lungo viaggio in carrozza non hanno lasciato alcuna traccia nella mia memorià».2 Fa invece riferimento a «due piccoli episodi avvenuti durante il viaggio in treno», emersi durante la supposta analisi di una «piccola fobia» dello pseudo-paziente; ma non li specifica. Deve ritenersi tuttavia abbastanza probabile che uno di questi «episodi» sia quello raccontato a Fliess nella lettera del 3 dicembre 1897:3 Breslavia ha una parte nei miei ricordi d'infanzia. All'età di tre anni passai per la stazione, quando ci trasferimmo da Freiberg a Lipsia, e le luci del gas, le prime che vedevo, mi ricordarono le anime che bruciano all'inferno. Conosco qualcosa di tale argomento. La mia angoscia di fronte ai viaggi, che ho pure superato, è legata a quel1' impressione. L'osservazione è preceduta, nella stessa lettera, da un cenno al sogno in cui Roma si confonde con Praga (luogo 131

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