Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

certa data (e non ripubblica le opere «preanalitiche», ma così ne designa alcune, che include), ed è ribadita dalla «Standard Edition», che si intitola, appunto, The Standard Edition of the Complete Psychological Works of S.F. Ma, da cesura che era ed è, è venuta assumendo il senso di un «processo» e quasi di una «conversione».-Che non è affatto. II Queste tre osservazioni «preliminari» ci permettono alcune prime osservazioni «provvisorie» di carattere «assertorio». Per Freud, sempre, gli «affetti» non hanno alcun carattere affettivo, né alcuna connotazione sentimentale. Per chiarezza, semplificatrice, dire: «Io provo affetto per lui» non ha alcun senso. Occorre tradurre: «Io provo per lui un affetto di 'amore'». E, anticipando, avrebbe senso, per Freud, dire: «Il mio 'affetto' di amore per lui, si è mutato in un 'affetto' di odio» dove, probabilmente, l'affetto è rimasto «uguale». Da qui, si vede-naturalmente se questo è vero, come credo-che «affetto» è una «quantità». E, direi, per tutto il corso della «elaborazione» freudiana (non solo, naturalmente, degli affetti), gli affetti rimangono una «quantità». Valendoci della seconda osservazione preliminare, possiamo dire: l'unica «costante» nell'uso del termine «affetto» in Freud, malgrado i contesti, è il carattere «quantitativo» del termine. Questo aspetto, anzi questa connotazione permane anche nei termini composti: Affektbetrag (ammontare di affetto) etc. Valendoci della terza osservazione preliminare, possiamo aggiungere: sia negli scritti preanalitici che negli 119

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