Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

l'opera sua e dei collaboratori, anche negli anni di Monaco.32 Orientato a definire le forme della psicopatologia e a illustrarle e comprenderle alla luce delle acquisizioni della psicologia sperimentale, proponendo un bin9mio analogo a quello collaudato inmedicina tra fisiopatologia e fisiologia, Kraepelin guarda con scetticismo ad altre connessioni, si tratti delle sottili indagini anatomiche di Nissl e di Alzheimer o degli esordi tentatori dellaneurofisiologia. La rivendicazione della psicologia quale scienza autonoma diviene un elemento di conflitto interno al riduzionismo positivista: non a caso Gemelli visita con interesse Kraepelin a Monaco. In verità una scelta psicologistica non è del tutto inedita nello sviluppo della psichiatria classica. In questo senso si sono mossi autori come Snell e Kahlbaum nel delimitare la figura nosografica della «paranoia». La paranoia, come confermano Freud nel saggio su Schreber33 e Lacan nella revisione della letteratura che apre la sua tesi,34 appare da sempre poco correlabile a modelli organici, sia a quello anatomico della «paralisi progressiva» sia a quello «fisiologico» dell'amenza. La paranoia sembra proporsi invece, anche agli occhi di un neurologo come Westphal, quale anello tra le nevrosi funzionali e le psicosi intese come gruppo unitario di affezioni attinenti ali'organo cervello (Einheitpsychose). Non è solo nel ricorso a soluzioni organiciste o a spiegazioni psicologiche che si differenziano le componenti della psichiatria classica. Anche nel modo di guardare alla psicologia negli anni tra '800 e '900 si assiste al contrapporsi di grandi correnti. Se Kraepelin ha quale riferimento una psicologia oggettiva di estrazione wundtiana, Bleuler è suggestionato da una distinzione di livelli dello psichismo che lo inclina alla psicoanalisi, Jaspers nella tradizione fenomenologica accosta elementi che non sono solo oggettivi ma leggibili nel campo dell'Erlebnis. 103

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