Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

Say it is ash-boughs: whether on a December day [and furled Fast or they in clammyish lashtender combs [creep Apart wide and new-nestle at heaven most high. They touch heaven, tambour on it; how their ta­ [lons sweep The smouldering enormous winter welkin! May27 Gli ultimi due versi anche nella variante: They touch, they taribour on it, hover on it; bere, [there hurled, With talons weep The smouldering enormous winter welkin. Eye,28 Tanto più forte il contrasto fra il latte della mente, dei primi versi1 � gli artigli della seconda parte, se si pensa che il finalè è un inno alla natura pagana, eterna madre che si riproduce, che anzi ci riproduce dal suo ansimante incontro col cielo: - it is old earth's groping towards the steep I heaven whom she childs us by. E lui, il poeta, resta .lo sterile eunuco del tempo, l'escluso che riceve i colpi crudeli della Furia. Fra la serie dei segnali positivi e quelli negativi sono proprio gli elementi pagani, che spesso entrano in conto nelle rappresentazioni di natura, a fare da transizione. Essi stessi, a loro volta, si sviluppano su un doppio registro, parallelo a quello del tema della foglie. Da una parte, soprattutto nel poema del 1876 «The Wreck of the Deutschland», i Giganti e i Draghi hanno valore eroico e partecipano della potenza divina, dall'altra la Furia, la Sibilla, i Giganti, la Gorgone sono le figure minacciose che dal mondo pagano esercitano una particolare crudeltà. Soprattutto sulla natura, «tanto tenera a toccarsi», ma anche sul mondo dei pensieri dell'«io» poetante, sul suo volto riflesso, la sua mente tormentata. 99

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