Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

Long live the weeds and the wilderness yet. (33, versi 13-16)13 Le giubbe rosse, la guerra C'è un momento euforico, tra questa sospensione e il ritorno dell'oggetto orrificato, una specie di contemplazione figurativa dell'immagine mentale, un'anticipazione dei successivi temi «tragici» in chiave euforica: è il tema della prestanza fisica, della guerra. In un certo numero di poesie, diciamo cronologicamente intermedie fra il periodo glorioso e i sonetti «terribili», si avverte la fascinazione per il tema della forza, per un'immagine di giovinezza che fonde il mite senso cristiano del «sinite pueros ad me venire» con il pagano culto del corpo, del muscolo e delle sue attitudini plastiche. In «The Bugler's First Communion» (23) il piccolo trombettiere con l'uniforme rossa viene a ricevere la comunione, come un soldato di Cristo intorno a cui si animano le schiere angeliche. In «The Soldier» (39) la giubba rossa rivela uno spirito guerresco -the spirit ofwar - che esprime superbamente la propria vocazione: e Cristo è vicino, Re e conoscitore di guerra. Sono rappresentazioni di infanzia: piccole, asciutte situazioni, simili a quelle epifanie joyceiane: così «The Handsome Heart» (27) fissa l'attimo di una graziosa risposta, mentre «Brothers» (30) racconta l'ansia del fratello maggiore per il piccolo Jack che deve recitare a teatro. Sono tutti bambini, come il trombettiere o Margaret, e non uomini, sono come pezzi di natura che conservano qualcosa di virginale, come quei pezzi minuti rappresentati in «Inversnaid», minacciati dall'avanzare della civiltà, ma non del tutto staccati, ancora, dalle loro origini. Ma i fanciulli crescono travolti dalla civiltà in una maturità che li distrugge. Finita la sospensione della fanciullezza, non facciamo che seguire la nostra costruzione di 87

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