Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

sguardo è sospeso per un attimo al suo oggetto, come brevemente nella prima quartina del sonetto 35, «Ribblesdale», e nel canto di fanciulle dal pozzo di Santa Winifred: «The Leaden Echo and the Golden Echo» (36), un attimo dopo l'oggetto si trasforma visibilmente, torna davanti agli occhi minaccioso, interamente modificato. È l'uomo a modificarlo: il suo intervento, in realtà inevitabile, esteso su tutta la faccia della terra, deforma e interviene sulle cose, che ne risultano stranite, irrimediabilmente perse al mondo primigenio di grazia e di bellezza. Gli oggetti si fanno crudeli, come l'uomo che a torto infligge loro le sue torture: egli è ovunque a dividere la valle amena, modificare il corso d'acqua, snaturare il paesaggio. La natura può solo esistere, ma esiste lungamente, e questo lo fa bene, ma non basta: l'uomo l'affronta e1 la divide, come nell'opposizione di «Ribblesdale»: Earth, sweet Earth, sweet landscape, with leaves [throng And louched low grass, heaven that dost appeal To, with no tongue to plead, no heart to feel; That canst but only be, but dost that long - Thou canst but be, but that thou well dost; strong Thy plea with him who dealt, nay does now deal, Thy lovely dale down thus bids reel Thy river, and o'er gives all to rack or wrong. (35, versi 1-8)11 Ma per un attimo una sospensione è ancora possibile. Sebbene in fuga la bellezza è ancora visibile: chi può salvare la bellezza, trattenerla dallo svanire? Il canto delle fanciulle dal pozzo di Santa Winifred si apre con questa domanda. Oh, anche se non c'è nessuno, e si deve incominciare a disperare - O there's none; no no no there's none: I be beginning to despair, to despair - talora il poeta 85

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