Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

erba, e lo vediamo nel presente attuarsi del creato, nel tempo di una creazione primigenia che su ogni cosa sembra ancora aleggiare, come in questi versi del lontano 1866: And still th'unbroken silence broods While ages and while aeons run, As erst upon chaotic floods The Spirit hovered ere the sun Had called the seasons' changeful moods And life's first germs from death had won. («Nondum» 80, versi 19-24)7 Da questa poesia giovanile l'immagine dell'uovo, nelle sue tre forme, egg, shell, to brood, arriva fino a un sonetto del 1879 che fa da cardine, e apre già ai tempi dei sonetti «terribili», e poi scompare da tutta la produzione successiva. Il titolo di questo sonetto è «Peace» (22) e ricorda la «Patience» del sonetto 46, qui la colomba della pace-per l'ultima volta-viene a covare: ... And when Peace here does house He comes with work to do, he does not come to [coo, He cames to brood and sit. («Peace» 22, versi 9-10)8 Poi la superficie riflettente della natura si increspa, e il volto di Dio pare ritrarsi dalle sue manifestazioni, le sue manifestazioni si fanno minacciose e gli oggetti del mondo perdono la loro pienezza rassicurante: l'uovo non è più il centro allegorico del perfetto congiungersi di terra e cielo, nè dal suo guscio si schiudono più le cose alimentate dalla bontà divina. L'uovo cede il posto. Fading Se «Peace» è la prima «poesia dell'inquietudine» - la definizione è del Gardner9 - «Spring and Fall» (31, del 83

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