Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

vina e della morte che incontriamo nell'ultimo periodo. Ma l'uovo è veramente un tema glorioso: è soprattutto l'uovo di tordo di un azzurro maculato che raccorda nel suo piccolo guscio microcosmo e macrocosmo; come nel sonetto citato «Spring» (9) dove nell'uovo di tordo si raffigura, in cieli minimali, quel forte rispecchiamento analogico fra realtà naturale e metafisica- caratteristico dei primi sonetti. Di nuovo l'uovo di tordo torna con il suo guscio messo in equivalenza con il baccello e la zolla in una poesia che è tutta un inno al rinnovarsi della primavera, una poesia dedicata al mese di maggio, mese di rinascita ma anche mese di Maria vergine, madre di colui che ha dato al mondo la «sua» rinascita. Ecco da «The May Magnificat» (18): Flesh and fleece, fur and feather, Grass and greenworld, all together; Star-eyed strawberry-brested Throstle above her nested Cluster of bugie blue eggs thin Forms and warms the life within; And bird and blossom swell In sod or sheath or shell. (versi 17-24)3 In questa nature's motherhood (verso 28) ogni cosa sembra gonfiarsi e schiudersi alla vita nelle piccole uova di tordo, dentro la cinta protettiva del loro guscio-shell. Ma è soprattutto la bontà del creato a schiudersi dalle piccole uova, bontà del mondo vista da Maria, o bontà degli uomini (così rara poi) osservata dal poeta in visita presso i Watsons, «In the valley of the Elmy» (16): That cordial air made those kind people a hood All over, as a bevy of eggs the mothering wing Will, or mild nights the new morsels of spring: (versi 5-7)4 81

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