Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

Lord Lytton, governatore e viceré dell'India, suo padrino, da cui Giles trasse il secondo nome con il quale ben presto tutti lo chiamarono; un'ipotesi (Holroyd, 69.70 n.) poco attendibile, anche se Lord Lytton poté rappresentare, per Lady Strachey, un modello ideale su cui configurare l'educazione e il «destino» dei figli maschi, e di quello in specie che il nome prescelto sembrava, in tal senso, voler privilegiare. Oltre che uomo di Stato, altissimo funzionario della Corona, Lord Lytton era anche poeta. Per di più - scriverà di lui Lady Strachey - «era estremamente non-convenzionale e, poiché non era stato formato in una scuola di illustre tradizione, né nella consueta società inglese, era del tutto incapace di comprendere l'importanza attribuita alle convenzioni dall'ordinario pubblico inglese» (Holroyd 70). Un giudizio che potrebbe anche attagliarsi a Giles Lytton Strachey: ma con una variante, e non di poco conto: che proprio il conoscere le convenzioni gli dava il gusto sottile di violarle o quanto meno di metterle a nudo e di tesservi intorno la ragnatela della sua ironia. Negli ascendenti e nei parenti di Lytton il servizio in India era stato piuttosto frequente: ma è da ritenersi che egli pensasse -più o meno direttamente - al viceré-padrino quando, dovendo scegliersi un tema per la dissertazione che avrebbe dovuto aprirgli le porte per l'insegnamento a Cambridge, fu a Warren Hastings, primo governatore generale delle Indie britanniche, che si dedicò, nell'intento di districarne la controversa figura dai sospetti che il processo intentatogli aveva, malgrado la piena assoluzione e riabilitazione, lasciato dietro di sé negli storici ottocenteschi, e, prima di tutto, in Macaulay, cui Lytton non lo perdonerà mai. Nella Introduzione alla dissertazione (Holroyd e Levy, The Shorter Strachey)1 lo accusa di aver scritto su Hastings, sì «un capolavoro; ma un capolavoro di immagina8

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