Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

«Chiunque intenda», scrive Philip Sidney, l'amico di Giordano Bruno e il cortigiano di Elisabetta, «sa che l'abilità dell'artista si trova in quell'idea o pre-concetto dell'opera, e non nell'opera in sé. E che il poeta possieda quell'idea risulta chiaramente dal suo metterla fuori in tutta l'eccellenza nella quale l'ha immaginata. Il qual metterla fuori, poi, non è in tutto frutto d'im:maginazione, come siam soliti dire di chi costruisce castelli in aria, ma anzi fino a tal punto ha a che fare con sostanze, da fabbricare non soltanto un Ciro - che non sarebbe che un altro dei risultati eccellenti che la natura potrebbe aver conseguito - ma da donare al mondo un Ciro capace di generarne a sua volta molti altri, se solo si vorrà correttamente apprendere come e perché il suo creatore l'ha fatto». Il Ciro della poesia nasce dunque da un operare simile a quello della natura artefice; e nell'atto in cui è istituita questa somiglianza, l'unità della natura è spezzata. «Solo il poeta», dice ancora Sidney, «simile ad un'altra natura [...]»: è eresia pensare un'altra natura, ma attraverso questo pensiero eretico la poesia si costituisce contemporaneamente come sapere, e come modello di un sapere. Come infinito ripresentante di ripresentato infinito. Nel suo slancio verso l'idea, la parola è risospinta all'indietro, allacciata all'immaginazione interiore, che ha la pesantezza di una costruzione psichica. «Quando parliamo di cavalli, fate conto (think) di vederli». L'operazione mentale richiesta dal Coro presuppone tutta una serie di passaggi: ascoltare il suono, iscriverlo nel senso interno, e lasciargli lì acquistare la qualità di una vera e propria immagine agente, come nella pratica della magia, verso la quale, del resto, scorre un rivolo continuo di allusioni. Della stessa tecnica si avvaleva l'antica arte della memoria, che insegnava a costruire delle immagini mentali e a collocarle negli opportuni loci, sì da creare attorno alla parola o al tema da memorizzare come una scenografia che li accogliesse e li richiamasse, in modo tale che 65

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